Tartifla in patois (pron. patuà) il fancoprovenzale che parliamo in Valle d'Aosta, in italiano si dice... patata.
Nel 1777, il notaio Jean-François Frutaz fu il primo a seminare patate in Valle d'Aosta, precisamente a Chatillon. I valdostani, seppur letteralmente decimati dalla grande peste del secolo precedente, si abituarono lentamente a nutrirsene. Le patate invece si ambientarono benissimo. Le migliori sono ovviamente quelle coltivate nei campi di mezza montagna. Se ne sono accorti (purtroppo) anche i cinghiali ;-)
Ancora oggi, la patata ha un posto importante nella cultura e nella vita sociale valdostana.
Il piatto nazionale consiste tutt'ora in patate lesse e salsicce (tartifle e sauceusse).
Per chi volesse lanciarsi in preparazioni meno rustiche ...
... una Tatin di patate veramente da provare. La ricetta la trovate dai Cuochi di carta.
06/02/09
Tartifla
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4 commenti:
Ma queste sono patate speciali! Che bello il colore della buccia, sono a pasta bianca o gialla? Nel frattempo che il dubbio mi " attanaglia" sto spuntando gli ingredienti per la saporita tatin di patate.
bene ci sono tutti!
baci
Ci sono state regalate. Vengono da plantery, un piccolissimo villaggio del quale sentirete parlare sovente. Sono a pasta bianca e credo siano di qualità Curoda (forse si scrive con la k?). Una qualità che ha una buona resa nei nostri terreni.
La mia preferita!!!!!
e io che pensavo che Tartifla fosse una ninfa o un fiore.....
In effetti, se si considera il peso che ha avuto ed ha tuttora la "tartifla" in Valle d'Aosta. potremmo quasi parlare di una entità protettrice un filino mistica persino. In quanto al fiore, come potrebbe spiegarci chi ben sappiamo, quello della patata è solo sottostimato :-)
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